La democrazia nel nostro paese e in generale nel mondo soffre di una pericolosa erosione. Il giudice di diritto di Rio di Janeiroe professore universitario Rubens Casara (O Estado pós-democrático, Rio 2018), è stato uno dei primi a denunciare l’insorgenza di un “post-Stato democratico” vale a dire uno “Stato” (se così possiamo ancora chiamarlo) che rompe il legami con il patto sociale configurato nella Costituzione e con le leggi e si regge sull’autoritarismo, sull’arbitrio e sulla violenza verso la società, soprattutto verso i più vulnerabili. In Brasile tutto questo sta lentamente avvenendo. Un Supremo Tribunale Federale (STF) senza grandezza e estraneo alla gravità di quello che sta succedendo, lascia passare tutto perfino la violazione del sacro santo precetto della presunzione di innocenza fino a quando non venga comprovata la materialità del crimine ( caso Lula).
La lotta adesso consiste nel ricupero della democrazia, sia pure di quella a bassa intensità, per evitare la dissoluzione del patto sociale che ci permette un minimo di convivenza. caso contrario, entreremmo nel caos e nella barbarie come già si nota in alcuni luoghi in Brasile di grande violenza.
Non smetteremo di reclamare, come fanno i movimenti sociali di base una democrazia partecipativa e popolare che gli Andini ci stanno insegnando con il loro ideale del “vivere bene e convivere bene”, inaugurando per la prima volta in tutto il mondo il costituzionalismo ecologico che inserisce nella Lei Maior i diritti della natura e della Madre Terra (Pacha Mama). Con ciò anticipano quello che sarà sicuramente il nuovo patto naturale articolato con quello sociale della futura società mondiale, se prima non l’avremo distrutta.
Ricorderemo sempre le lezione del grande giurista e filosofo Norberto Bobbio con la sua democrazia con valore universale da essere vissuto in famiglia, nella comunità, nel scuola, nei sindacati, nei partiti e nell’Stato. È morto con una profonda frustrazione davanti alla violenza del terrorismo, perfino dello Stato, negli U.S.A.
Non possiamo perdere il sogno del grande amico del Brasile Boaventura de Souza Santos con la sua democrazia senza fine. Essa è senza fine perché è un progetto aperto che sempre può essere arricchito a seconda della maggiore o minore partecipazione umana e la responsabilizzazione che i cittadini accettano di assumere via via nella costruzione del bene comune e del ben viver e convivere e ridefinire le sue relazioni con la natura nella forma di sinergia, di cooperazione e di cura.
Inoltre, la democrazia come sistema aperto fa sì che potremo stare camminando in direzione di una super democrazia planetaria secondo le affermazione del grande consigliere di Mitterrand, Jacques Attali (Per una breve storia del futuro, 2008). Questo forma di democrazia sarà l’alternativa salvatrice davanti a un super conflitto che, lasciato a corsa sfrenata, potrà porre a rischio la specie umana. Questa super democrazia risulterà da una coscienza planetaria collettiva che si rende conto della specie umana, abitando in un’unica Casa Comune, nel pianeta Terra, piccolo, e con beni e servizi naturali scarsi super consumista e sovrappopolato e sotto la minaccia di cambiamenti climatici che stanno raggiungendo la biosfera, la biodiversità e noi stessi.
La Carta da Terra utilizza due espressioni che segnalano il nuovo paradigma di civiltà: raggiungere “un modo di vita sostenibile” (n. 14) e “la sussistenza sostenibile di tutti gli esseri”. Qui emerge un disegno ecologico, voglio dire, un’altra forma di organizzare la relazione con la natura, il flusso della energia e le forme di produzione e di consumo che vadano incontro alla necessità umana, che ci permettano di essere più con meno e che favoriscano la rigenerazione della vitalità della terra.
Infine, io da parte mia, frutto degli studi in cosmologia e ecologia, ho proposto una democrazia socio-ecologica il ponto più avanzato della integrazioni dell’essere umano con la natura. Essa si inscriverebbe dentro al nuovo paradigma cosmologico dentro al quale si situano pure la natura e la società e ogni persona individualmente.
Sarà una civiltà biocentrata che restituirà l’equilibrio perduto alla Madre Terra e garantirà il futuro della nostra civiltà. Tutti, compresa la intera natura, saremo cittadini, abitando con attenzione e gioia la Casa Comune.
*Leonardo Boff ha scritto Como cuidar da Casa Comum, Vozes 2017.
Traduzione di Romano Baraglia e Lidia Arato