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Chi osserva il panorama brasiliano alla luce di una prospettiva etica (ogni ottica produce la sua etica) non può non rimanere desolato e profondamente rattristato. Un presidente non è soltanto il portatore del potere supremo di un paese. La carica che occupa possiede una carica etica. Lui deve testimoniare, con la sua vita e la sua condotta, i valori che pretende dal suo popolo.
Qui abbiamo il contrario: un presidente giudicato corrotto, non da accuse di politici, e neanche da delazioni, sempre discutibili, ma da accurate indagini della Polizia Federale e di altri organi come il Pubblico Ministero. Ma la smisurata vanità della carica e l’assenza totale di rispetto davanti al proprio paese rimane alla base della corruzione fatta alla luce del sole, comprando voti di deputati e offrendo altri benefit. E i deputati, gaiamente, si lasciano corrompere, dato che molti sono corrotti, approfittano delle occasioni, per conquistare incarichi e altri benefici.
La Repubblica si è incancrenita interamente. Dobbiamo rifondare il Brasile sopra altre basi, dato che quelle che finora lo hanno sostenuto malamente, ormai non riescono a darle degna sostenibilità.
A dispetto di tutto questo, non lasciamo morire la speranza, anche se in questo momento, come dice Rubem Alves, si tratta di una “speranza agonizzante”. Ma risusciterà e dopo questa agonia ci riscatterà un senso di vivere. Se perdiamo il senso della vita, il prossimo passo, potrebbe essere il cinismo completo, o addirittura il suicidio. Ritorniamo al problema del senso della vita.
Nonostante la disperazione e l’esistenza dell’assurdo davanti al quale la stessa ragione si arrende, crediamo ancora nella bontà fondamentale della vita.
L’uomo comune, (noi che siamo la grande maggioranza) si alza, perde tempo prezioso della vita negli autobus strapieni, va al lavoro, non raramente penoso e mal remunerato, lotta per la famiglia, si preoccupa dell’educazione dei suoi figli, sogna un Brasile migliore, è capace di gesti generosi, aiutando un vicino più povero di lui, in casi estremi rischia la vita, per salvare una bambina innocente minacciata di stupro.
Che cosa si nasconde dietro a questi gesti quotidiani e banali? Si nasconde la fiducia che nonostante tutto vale la pena vivere perché la vita, nel suo profondo è buona ed è stata fatta per essere vissuta con coraggio, che produce autostima e senso di valore.
C’è una sacralità che proviene non da un simbolo religioso ma sotto la prospettiva dell’etica, per vivere correttamente e di fare quel che deve essere fatto. Il grande sociologo austriaco-nordamericano, Peter Berger, da poco scomparso, ha scritto un brillante libro relativizzando la tesi di Max Weber sulla secolarizzazione completa della vita moderna col titolo ll brusio degli angeli. Il sacro nella società contemporánea (Mulino 21995). dove descrive innumerevoli segnali ( che lui chiama “rumore di angeli”) che mostrano il sacro della vita il senso che essa custodisce, a dispetto di tutto il caos e dei controsensi storici.
Sviluppo solo un esempio che mi viene in mente, banale ma compreso da tutte le mamme che allevano figli con grazia e dolcezza. Uno di questi si sveglia di soprassalto in piena notte. Ha avuto un incubo, percepisce l’oscurità si sente solo e preso da paura. Con un grido chiama la mamma. Lei si alza, prende il bambino tra le braccia e in questo gesto primordiale della magna mater lo circonda di carezze e baci. Gli dice parole dolci e gli sussurra: “bambino mio, non aver paura, la tua mamma è qui. Tutto a posto, tutto è in ordine, mio caro”. Il bambino smette di piangere. Riprende la fiducia anche se è buio e un poco alla volta, si addormenta rasserenato e riconciliato con le cose.
Questa scena tanto comune nasconde qualcosa di profondo che appare nella domanda: la mamma sta ingannando il bambino? Il mondo non è in ordine, le cose non sono tutte a posto. E nonostante questo stiamo certi che nonostante il disordine che la ragione pratica indica, rimane al comando un ordine suo fondamentale. Il noto pensatore Eric Voegelin (Order and History, 1956) ha mostrato magistralmente che ogni essere umano possiede una tendenza essenziale all’ordine. In qualunque posto dove nasce un essere umano, lì appare un ordine delle cose, di valori e di specifici comportamenti.
La tendenza all’ordine implica convinzioni che la vita ha senso. Che in fondo alla realtà non impera la menzogna, ma la fiducia, il conforto e l’ultima accoglienza.
Così noi crediamo che il tempo della grande desolazione a causa della corruzione che distrugge l’ordine, torneremo a celebrare e a sfruttare il senso buono dell’esistenza.
*Leonardo.Boff ha scritto: Continuare la rifondazione o prolungare la dipendenza? Uscirà tra breve per i tipi della Vozes.
Traduzione di Romano Baraglia e Lidia Arato.